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No,
non abbiamo sbagliato foto: Via Conventino si presentava proprio così
ancora nel 1990. In effetti tutta la parte mediana del borgo,
compresa tra le vie Larga Castello e Sopra Castello, era stata
interessata nella prima metà del Novecento dallo sviluppo
industriale che ne sconvolse il profilo, originariamente fatto di
basse case d'abitazione e piccoli cortili con l'immancabile pozzo.
Nella
foto vediamo sulla destra alcuni capannoni della
falegnameria ex Villani, la più grande del borgo, e sulla
sinistra, dopo la centrale dell'Enel con la porta in primo piano,
quelli della tipografia Bevilacqua, passata ai Lombardini. Furono
questi ultimi a costruirli nel 1936, quando ricevettero un ordine
colossale per la realizzazione dell'anagrafe completa di Buenos
Aires. La Bevilacqua-Lombardini infatti non era solo tipografia, ma
produceva tutto quanto serviva ai Comuni: dalle schede, schedari,
armadi in legno per l'anagrafe, fino all'inchiostro, i pennini e i
banchi di scuola. Su Via Conventino
si affacciavano i laboratori meccanici per raccoglitori e mobili in
ferro, compresa la verniciatura, e più tardi, dal 1960, vi si
produssero le macchine punzonatrici e le targhette di zinco per
stampare i dati di ciascun residente. Ma il mondo virtuale dei
computer era ormai dietro l'angolo.
In
azienda (stiamo tornando un po' indietro) erano impiegate parecchie
donne, tra cui evidentemente qualcuna più giovane e
carina, se un gruppetto di amici ci ha ricordato che da ragazzini
salivano su un carretto lasciato in sosta sotto le finestre per
sbirciarle di nascosto mentre lavoravano. Con gli anni Novanta si
ricominciò a costruire case d'abitazione:
la strada venne allargata, i capannoni abbattuti e le residue
attività industriali trasferite nella nuova zona lontana dal
paese.
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