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14. Al fuoco! Al fuoco!

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Anche la casa che vedete nella foto di fine anni Venti non esiste più, divorata nel '41 da un furioso incendio che coinvolse tutto l'isolato-falegnameria fino a Via Sopra Castello. Le fiamme divamparono per due giorni, coi pompieri che si affannavano a cercare i pozzi da cui attingere acqua e l'odore di fumo che riempiva il borgo. L'edificio apparteneva ai Villani, che avevano cominciato nel 1900, in locali adattati all'interno, la loro attività di falegnami. Sotto il portico, a sinistra, c'era la botteguccia della Rusalî che vendeva un po' di tutto: strutto, candele, castagne secche, petrolio per le lampade, qualche verdura… Intanto però il progresso industriale avanzava e i Villani negli anni tra le due guerre ingrandirono via via la loro attività, aprendo una ferramenta sulla destra e costruendo sui due lati di Via Falegnami dei capannoni che comportarono la demolizione – purtroppo – delle antiche abitazioni. (Tra l'altro, la foto ha il pregio di mostrarci sullo sfondo anche uno scorcio di Via Conventino non ancora occupata dai laboratori Lombardini).

L'incendio comunque dette il colpo di grazia, e nella ricostruzione anche la nostra casa lungo Via Larga Castello fu sostituita da un capannone. Di lì a pochi anni però, alla fine della guerra, i proprietari si allontanarono da Minerbio e l'attività, ridimensionata, proseguì con una cooperativa. Negli anni '90 infine i capannoni vennero abbattuti e si ritornò a un nucleo di abitazioni.

Lo studioso bolognese Angelo Finelli aveva ipotizzato, osservando la casa in facciata prima dell'incendio, che i pilastri del portico fossero originariamente in legno, e in effetti ne furono trovate tracce durante la demolizione. Ne riportiamo il disegno per dare un'idea di come doveva essere il Castello per chi è vissuto qualche anno prima di noi, diciamo nel Trecento o giù di lì…


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