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2. Con la vecchia Balilla

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Il locale con la terza tenda delle foto precedenti è diventato, in questa immagine di metà anni Trenta, la "Banca del Monte di Bologna", di cui si intuisce la scritta, appena subentrata alla farmacia che si era trasferita in piazza. La banca fu di lì a poco oggetto di una rapina, di cui si parlò per anni: i banditi arrivarono in Balilla, ci furono degli spari ma nessun ferito. Sembra che un impiegato, in seguito promosso direttore, si fosse rifiutato di consegnare i soldi, ma ugualmente circolarono le cifre più fantasiose sull'entità del bottino. La banca si spostò più tardi sullo stradone.

Sullo stesso lato, l'ultima porta prima dell'Arco ospitava il lattaio, che andava con un carretto a mano tenuto con un cinghione a tracolla a prendere il latte nelle stalle. Raccontano che, se il contadino era impegnato nei campi, si mettesse lui stesso a mungere le mucche. Di norma però il latte gli veniva portato in bottega, dove poi arrivavano i clienti col tegamino o il fiasco.

Le porte sull'altro lato della strada erano occupate dagli uffici della falegnameria di Luigi Bolognesi, una delle più importanti del borgo, coi capannoni in Via Ortazzo, raggiungibili attraverso il cortile sul retro. Era una falegnameria di pregio, con veri ebanisti che costruivano mobili di alta qualità, anche per la Banca d'Italia (i mobili partivano da Minerbio per Bologna col treno, che passava al centro dello stradone, oggi strada provinciale). Lui, uomo energico e capace ma dai modi burberi, coi suoi sopracciglioni folti e neri incuteva un certo timore nei bambini, che a buon conto giravano alla larga dal suo marciapiede.

La foto ci mostra anche il quadrante dell'orologio ridipinto intorno al 1920 coi segni zodiacali, e la pavimentazione della strada a ciottoli regolari, che certo appare più in stile dell'attuale asfalto.


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