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3. Quando fuori nevicava

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La Torre dell'Orologio è uno dei simboli più cari e significativi per i minerbiesi. Anticamente davanti ad essa passava la fossa con l'acqua che girava attorno al Castello e di cui resta una testimonianza nel cortiletto ribassato alla nostra destra, che fu di proprietà Bolognesi. Il ponte levatoio era probabilmente doppio, carraio e pedonale: la porta piccola doveva essere quella che oggi appare come una finestrella con cornice a sesto acuto a sinistra dell'Arco.

Le cronache accennano a un primo orologio applicato alla campana alla fine del Cinquecento, ma quello attuale, a due quadranti (uno verso l'esterno del borgo, uno verso l'interno), risale a metà Ottocento e ha scandito la vita delle ultime generazioni di "castellani". Gli anziani del paese ricordano com'era bello, le mattine d'inverno, prima ancora di alzarsi, indovinare, dal suono ovattato della campanella che batteva le ore, che fuori nevicava. Ora, mentre scriviamo, è fermo e silenzioso da molti anni e noi ci terremmo tanto a rivederlo in ordine e funzionante.

La porticina sotto l'Arco conduce con una ripida scala di legno alla macchina dell'orologio, che andava caricato ogni giorno, sollevando due pesi retti da funi di canapa che si avvolgono sui rulli visibili nella foto. L'ultimo ad avere questo compito fu Pippo Cantelli, che abitava pochi metri più avanti e di mestiere era calzolaio: di quelli di una volta che facevano le scarpe, non che le riparavano.


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