|
La
Torre dell'Orologio è uno dei simboli più cari e
significativi per i minerbiesi. Anticamente davanti ad essa passava
la fossa con l'acqua che girava attorno al Castello e di cui resta
una testimonianza nel cortiletto ribassato alla nostra destra, che fu
di proprietà Bolognesi. Il
ponte levatoio era probabilmente doppio, carraio e pedonale: la porta
piccola doveva essere quella che oggi appare come una finestrella con
cornice a sesto acuto a sinistra dell'Arco.
Le
cronache accennano a un primo orologio applicato alla campana
alla fine del Cinquecento, ma quello attuale, a due quadranti (uno
verso l'esterno del borgo, uno verso l'interno), risale a metà
Ottocento e ha scandito la vita delle ultime generazioni di
"castellani". Gli anziani
del paese ricordano com'era bello, le mattine d'inverno, prima ancora
di alzarsi, indovinare, dal suono ovattato della campanella
che batteva le ore, che fuori nevicava. Ora, mentre scriviamo, è
fermo e silenzioso da molti anni e noi ci terremmo tanto a rivederlo
in ordine e funzionante.
La
porticina sotto l'Arco conduce con una ripida scala di legno alla
macchina dell'orologio, che andava caricato ogni giorno,
sollevando due pesi retti da funi di canapa che si avvolgono sui
rulli visibili nella foto. L'ultimo
ad avere questo compito fu Pippo Cantelli, che abitava pochi
metri più avanti e di mestiere era calzolaio: di quelli di una
volta che facevano le scarpe, non che le riparavano.
|
|