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7. Un po' bravi, un po' monelli

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Sul lato Nord il borgo è confinante col complesso della Rocca Isolani. Ancor oggi dal portone del n. 4 si accede a un suggestivo cortile erboso attiguo al palazzo quattrocentesco. I due bambini degli anni '30, diligenti e un po' sperduti davanti al fotografo, non siamo riusciti a sapere chi fossero, ma ci fanno ugualmente tenerezza.

L'altra foto, scattata prima della ristrutturazione, ci riconduce al nostro portico. Proprio sopra l'ingresso del n. 4 abitarono l'Andreana e il marito Fifo Orlandi, che hanno coltivato per la prima metà del '900 gli orti con grande vasca che esistevano lungo lo stradone, tra la Rocca e la chiesa parrocchiale. Lì vendevano anche i prodotti, posti sulla classica panca. Del figlio Leone, segretario del fascio, qualcuno ricorda lo sparo in aria in occasione di una birichinata che si ripeteva: un gruppo di bambini andava a togliere il tappo laterale della vasca per "pescare" i pesci rossi. Al colpo i monelli fuggirono terrorizzati e impararono la lezione. Un'altra figlia, Virginia, rimasta vedova, lavorava ai ferri su ordinazione: la sua specialità erano le cuffiette con i "cornini" per i bimbetti, che riprendeva da modelli stampati. Amava la lettura e, divenuta mezza cieca, si metteva accanto all'enorme camino (c'è ancora, tra le due finestre al primo piano di fronte alle chiesette) e si faceva leggere i romanzi da un bravo ragazzino vicino di casa, il quale però – ce l'ha confidato ora che è nonno – si stufava da non poterne più.

A destra del n. 4 ci fu la bottega del meccanico di bici: Podrécca per un breve periodo, poi Renato. Quando questi cominciò a riparare anche i motorini, tutto il Castello capì che il mondo non sarebbe più stato quello di prima.

Sulla scala successiva abitò il calzolaio addetto all'orologio con la moglie sarta, e all'8 la Gusta ed Bagnôl, vedova e poverissima, sempre seduta sotto il portico: Vanén Villani dalla casa di fronte le mandava ogni giorno il nipotino con una tazza di caffelatte e i Trombetti le davano la brace per scaldarsi. Poi vinse 17 milioni (da dividere in due) alla Sisal e tutti dissero che stavolta i soldi erano andati dove ci volevano.


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